18 giugno, 2006

Confessioni di un tributante

Dove sono i sogni, quei miei desideri reconditi, nascosti o abbandonati in qualche angolo di una soffitta o di un cuore. Quella magia delle emozioni e della scoperta e dei sentimenti che non ricordo più, che non so più dove cercare. Le mie paure, quelle insicurezze hanno concorso a segregarle, portarle via, lontano da me, celandole anche alla curiosità sopita della mia anima. Perché non riesco più a sognare come un tempo, quando tutto era possibile, quando tutto sembrava facile, quando nulla era definibile. Ora non lo è più, ora è tutto sbiadito, è tutto immagini senza contorno, senza dignità. Ora sono veramente cosciente che nulla è più come prima, com’era. Mi passo la mano sugli occhi, sul naso, e poi le labbra, e poi mi ricordo che tanto tempo fa, esse hanno amato, hanno avuto coraggio sufficiente di dichiararsi, di parlare, di sospirare, di baciare, di lambire sorrisi innamorati ed increduli e crudeli. E poi labbra che hanno singhiozzato e pianto delle promesse di un amore infedele, infrante innalzi al mare, il mare che nasconde muto e silenzioso il mio segreto ed in quel mare che vorrei morire; perché in esso ritroverei i gesti, le ombre, gli amori che, un tempo, ho amato molto. Non è facile arrendersi al lento, inesorabile, nervoso scorrere del tempo che è al pari del lento scorrere delle dita tra le pagine di un libro. Oh!, quante volte ho inseguito le avventure ed i personaggi citati nei libri, ed ho sognato di paesaggi immaginari, irreali, surreali, immaginati dagli scrittori nei loro libri. Speravo, sempre, di trovare tra le pagine dei libri, le risposte ai miei perché e per come. Quei libri, che con la loro poesia, con il loro raccontare, mi hanno solo saputo insegnare che nulla è come essa ci appare, ma come viene conquistata con la pazienza e con l’ardore dei ragazzini. Ogni giorno, in ogni posto, in ogni anfratto del tempo della vita, vedo persone immerse nella lettura dei libri ed ogni volta vedo nei loro occhi, la bramosia, l’affanno di trovare una risposta ad una domanda, una qualsiasi, magari sorta qualche hanno prima, o poco tempo fa. Solo pochi, invece, capiscono che non sono le risposte che devono cercare, piuttosto altre domande. Sono coloro che più ammiro. Ma perché cercare altre domande e non affannarsi a trovare le risposte a quelle che già ci poniamo? Forse perché non ci si occupa il tempo; si sfugge alle difficoltà di coltivare il desiderio della risposta a domande impossibili. Mi diletto a scorgere negli occhi di quelle donne, uomini d’affari, commessi viaggiatori, fattorini, adolescenti libertini, immigrati provenienti da paesi lontani, ballerine dai sogni illusi ed infranti, il loro bisogno di trovare quella ricchezza che cercano da tutta una vita e che non avranno modo di trovarne in un’altra. Occhi che sembrano fiochi, spenti, privati della loro anima interiore, della loro luce e consapevoli di essere solo una minima parte di un’anima molto più grande e molto più spietata; l’anima del mondo, l’anima di Dio. Ogni giorno, ovunque, in ogni occasione, vedo persone che inseguono i loro sogni perduti, quando hanno già deciso di rinunciare a coltivarne degli altri. Credono sia questo, il segreto della vita, il segreto, custodito gelosamente, dalla generosa madre che chiamano ‘natura’ e dal fiero padre che, con azzardo, chiamiamo ‘destino’. Che grandi e sciocchi illusi che siamo; ostinati e determinati, curiosi di provare qualche cosa di nuovo, di eccitante. Ma dove finiscono le nostre vere emozioni, quelle che ci fanno accorgere che siamo ancora vivi, che siamo esseri umani, non automi? Ma perché, poi, me lo chiedo visto che non conoscerò mai la risposta. I volti della gente, quei volti che raccontano con le loro pieghe, le vere storie di una vita, trasudando la fatica delle parole e dei sentimenti dei loro proprietari. Mai come adesso, guardandomi allo specchio, mi rendo conto che il mio di volto è esattamente uguale al loro. Tutti i giorni abbandoniamo le scatole in cui ci vantiamo a vergogna di (soprav)vivere, entriamo in altre scatole che trasportano corpi fisicamente stanchi e anime desolatamente vuote verso altre scatole dove consumiamo demotivati rancori, soddisfazioni, pietà, collaborazione, frustrazione, spirito di corpo e di appartenenza, e delirio di onnipotenza, solo per il fatto di permetterci la libertà che non sappiamo neanche bene governare. E, poi, si ritorna nelle scatole dove, nella notte, per chi può, riposano le nostre menti convinte che domani, “un domani”, sarà diverso. Perché ci ripetiamo che siamo capaci di mutarlo a nostro favore, in qualsiasi momento. Perché, in ultimo, non siamo in grado di farlo, è un’altra di quelle domande. Una macchia scura su una parete tutta bianca, mi ricorda che siamo piccoli, tanto piccoli da essere invisibili ai più. Quello che davvero mi spaventa è che siamo, molto spesso, invisibili anche alle altre macchioline vicine che ci circondano. Quante volte, ho urlato nella notte, squarciando il silenzio del buio e delle luci dei lampioni per rimproverare al tempo di avermi portato oltre la soglia del non ritorno, del mio dolore, per non essere in grado di restituirmi il passato. Macchioline che resteranno su pareti bianche che il tempo, pazientemente, provvederà a cancellare o dimenticare; sempre più invisibili. Odio lo scorrere del tempo, che mi avverte del conto alla rovescia; quando le ossa iniziano a scricchiolare, quando la vista inizia a far fatica, quando la memoria ti fa dimenticare le cose più futili e ti affanna per ricordare quelle importanti. Il tempo che scocca il suo conto a ritroso e non sai mai come fermarlo, mai. Penso: che ingrato mestiere è quello del riparatore di orologi. Non so come prendere il fatto che sia inutile ricorrere a tutti quegli espedienti per rallentare o solo nascondere questo inesorabile conteggio. Sembra quasi essere una presa in giro della inumana natura umana che coinvolge tutte le macchioline in questo inutile tentativo di evitare il tributo dovuto. Come se fosse possibile escogitare un sotterfugio per beffarlo. Cosa c’è sepolto in fondo al mio cuore che non riesco a riportare alla luce, che non riesco a riportare al ricordo? Il tempo e la mia presunzione giocano contro i miei tentativi. Ma è veramente giusto che tutto sia temporaneo, inidoneo a permanere per il tempo di questa nostra vita e delle nostre sensazioni? O è solo il testimone infante della inesorabilità e di quel mistero che è più grande di noi e di tutte queste mie parole. Tante volte mi sono immaginato il mistero oltre il trascendentale e l’ovvietà delle religioni e delle nazioni e delle filosofie. Ma è vero questo mistero, non che sia riduttivo, troppo sottile e troppo debole, impalpabile dall’esterno e vuoto all’interno. Molte volte ho immaginato che il mistero mi sarebbe stato svelato al momento in cui, entrando nella mia stanza deserta, l’atteso amore, con un sorriso mi avesse fatto sentire qualcuno per qualcuno; esistere per se stessi e per lei. La speranza altrui che alimenta la mia. Il sacrificio, questo è il tributo che avrei pagato per averla. La rinuncia, questa è la scelta che avrei seguito per amarla.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

sei innamorato?credo di si. beato te.
ciao piv

Clopin ha detto...

... non c'è nessuna che attenta al mio cuore, purtroppo!

Ciao piv
C71

KayzerSoze ha detto...

Ciao C71,
ti inviterei a visitare nuovamente il mio blog, precisamente nella sezione Colpo Grosso.
A parte che avrei gradito anche un tuo commento a riguardo visto che fai parte di quella generazione che ha partecipato alle "palpate sottoveste" .
Quello si che potrebbe placare questi tuoi dubbi esistenziali rimembrandoti vecchi ricordi semplici e adolescenziali che con l'andar del tempo abbiamo perso ma che hanno influenzato i nostri comportamenti e modificato completamente la visione dell'altro sesso.
Sei sempre il benvenuto.

Con delirante e sottile affetto ti saluto.
Kayzer.

Clopin ha detto...

Diavolo di un Kayzer, ho letto il tuo post, già venerdì scorso, ma non ho ancora meditato un commento sufficientemente degno per esso. Ma esaudirò il tuo desiderio ...

C71

Anonimo ha detto...

Dopo un post così complesso spero tu sia uscito come ieri sera in giro per la tua splendida città che, non oso dubitare, ieri sera, durante la partita, fosse davvero meravigliosa.
Ciao, M.

Anonimo ha detto...

mi sembrava di sì...cmq nn ci credo
piv

Clopin ha detto...

>>marcy: non, non sono uscito ieri. Dovevo preparare una cosa per il lavoro. Si era proprio bella! Grazie. Ciao

>>piv: nn credi che nn sia innamorato? ... Il mio cuore, in questo momento, è troppo inaridito per accoglierne un altro, credo. Ciao

Anonimo ha detto...

esagerato
piv

Anonimo ha detto...

a kayzer: colpo grosso è stato l'inizio della fine della nostra televisione.
Sicuramente antidoto ad acne giovanile maschile...ma gesù! Si può anche andare in farmacia...
E.

Clopin ha detto...

>>piv: beh!, ... diciamo che, al momento, il mio cuore ha tanto, tanto amore da dare, ma nn c'è nessuna pronto ad accettarlo! ...per ora!

>>E: umhhhhh!

Anonimo ha detto...

e allora vedi che nn è arido?ma da te i msggi in privato nn esistono?
piv

Clopin ha detto...

>>piv: purtroppo, questo servizio blog non è molto "funzionale". L'ho scelto per la sua semplicità ed immediatezza. Cmq sono contattabile tramite la mia mail (vedi nel mio profilo personale) e tramite MSN Messenger, se vuoi.

Ciaooooo
C71