30 giugno, 2006
Fermati
Nel lontano 1985, ascoltai per la prima volta una canzone, "Fermati", di Renato Fiacchini, in arte ZERO, tratta dal album "Identikit". Da allora, Renato mi è entrato nel cuore e non ne è uscito più.
Regalino: posto il testo integrale di "Fermati":
Distratto amore, vai…
Malato dei segreti tuoi!
Muori e rinasci, quando vuoi, se vuoi…
Negli occhi della gente,
Che non sente
Gente delusa
Gente…che non sa chi sei!!!
Per quale strada vai ?
In quale uomo abiterai ?
Distratto amore andrai…
Sempre in cerca di un alibi…
Fermati!!!
Nelle mani, senza scrupoli…
Da chi paga per conoscerti,
In chi non sa difendersi,
Da chi sceglie un corpo all’anima!!!
Fermati!!!
Fra i pensieri sempre fragili
Nelle fiale troppo complici
Nei sorrisi troppo ironici,
Nella troppa solitudine…
Amore, che ne sai…
Dov’e’ finita l’allegria!
…dove non c’e’ speranza, un dio muore!
Nelle corsie occupate,
Dal dolore,
Nelle prigioni,
Fra pareti di follia…
Fermati!!!
Grazie Renato, per le emozioni che mi hai regalato, che mi regali e che mi regalerai.
Piccoli giganti
In questo grigio di città
Quando il cielo mi fa paura
Si può morire di poesia
Od impazzire di realtà
Prigionieri di quattro mura
Dove sei principe del blu
Principessa delle stelle
Ti chiamavo amore e libertà
Ora chiedi la mia pelle
Non è un gioco da ragazzi
Fare i grandi e poi crescere
Senza fare passi falsi mai
E andare avanti
Come piccoli giganti
Fuorilegge ma sarà così
Che diventeremo uomini
Anche da soli
La solitudine mi fa
A volte troppa compagnia
Nel silenzio della mia stanza
Dove sei quando ti vorrei
Quando cresce la mia rabbia
Se mi perdo non andare via
Come un segno sulla sabbia
Dove sei amico dei miei guai
Quando c'è da stare male
La ferita non si è chiusa mai
E adesso bruci più del sale
Siamo piccoli giganti
Fuorilegge ma sarà così
Che diventeremo uomini
Anche da soli
Non è un gioco da ragazzi
Fare i grandi e poi crescere
29 giugno, 2006
Oggi Clopin è triste.
Come quando fuori le mura della cattedrale di Notre-Dame, girovagava tra i "rifuti umani" della società parigina, si chiedeva il perchè della miseria umana e della "immondizia emozionale" del mondo. Nell'assenza di una persona che non ha mai conosciuto, e che avrebbe voluto amare molto di più, e stringere tra le braccia; e con la quale chiaccherare con la certezza e la speranza di un consiglio giusto e affettuoso. Clopin, si sedette su un sasso a guardare lo scorrere lento della Senna, d'estate, e versando una lacrima; una lacrima amara del paradiso. Sembrò possibile che quella sola lacrima, riempisse quel letto naturale, più di una piena invernale.
Ti voglio bene, papà! Mi manchi tanto ...
28 giugno, 2006
Il mio guscio
è spirata altrove, lontana palmi e palmi
dal centro delle città.
Mondi sommersi di sabbie fini,
di monete coralline, di arabi mercenari
ricattati dagli infanti degli inferi.
I Lucani guardano alla Luna,
volti alle giostre mietitrici, rapide e fluenti.
Di fobie felici e strazi incantatori e muti,
è piena la vostra religione e la nostra fede.
Cieco come mostro marino anziano e grottesco,
infilo, lento, le perle dei sogni,
nei sogni miei di abusato adescatore di parole;
lungi il rispetto per il suo mestiere,
profonda è la riconoscenza
per chi non riesce a perdersi in esso.
Con le sacche ripiene del vomito
di uccelli birbanti e poco poco santi,
retorici nel loro dialogare e
caini nel loro dolore, stanca di duettare
si mostra l'orrida fata ospite di bui cimiteri
e improvvisatrice di loschi appuntamenti
con lo scritto del destino.
Onore al re e onore al suo signore imperatore.
Quel fetore di schiave del suo corpo,
fanno omaggio ad un passante con il soldo tintellante,
di forza tracimò quella gatta sorniona
all'impeto del suo cavallo.
Non respira, non brandisca arma che sia incolta
o anche lieve imperfezione del suo animo imperscrutabile;
in esso c'è il suggerimento del trovatore e del trovato
o dell'orfano, come si preferisce,
e una immonda e blanda scena goliardica e
di sodomitica memoria.
Lascia il ventre a riposare
per dieci o venti anni appena
e sfiorire si vedrà la nobiltà di quella compagnona,
non più novizia.
Cruda infamia è aspirare al meglio del meglio degli altri,
l'immoralità scorre in quelle vene:
per quanto tempo ancora, indosserò questo guscio
fatto di carne e di sangue e di cibo;
non per molto, ora io lo so,
rimembrate le ceneri e il mare e il vento
per non ingozzarvi più del mio onore e del mio talento.
26 giugno, 2006
Non potevo resistere ... notizia buona, notizia cattiva
Ha vinto il NO, e sono al settimo cielo. E non per il fatto che sostenevo questo fronte del referendum, ma soprattutto perché gli italiani si sono rivelati un popolo che sa valutare se ciò che gli viene proposto, è una cosa buona ovvero una vaccata pazzesca. Mi basta questo. Ora vorrei capire se basta ai politicanti del SI.
E’ morto Bruno! Questo mi fa incazzare come una bestia. Lo si poteva catturare, utilizzando reti di confinamento e proiettili soporiferi a basso impatto. Ma no si è voluto eliminarlo, in nome di un ipotetico “timore per la vita umana”. Bruno cercava solo di sopravvivere. Aveva perso la bussola. Aveva fame. Voleva sopravvivere ed aveva paura del uomo. Non avrebbe mai fatto del male a nessuno, se non gliene avessero fatto a lui. Un orso è forte nel suo territorio ma fuori o quando si perde, ha solo paura. E le bestie umane scambiano l’istinto aggressivo della sopravvivenza e della paura con la voglia omicidia che negli animali NON esiste.
Preghierina della sera: Bruno perdona loro, perché non sanno di essere umani.
Clopin
Modern World
I'm not in love with the modern world
I was a torch driving the savages back to the trees
Modern world has more ways
And I don't mention it since it's changed
While the people go out and the people come home again
It's gotta last to build up your eyes
And a lifetime of red skies
And from my bed saying your haunted hissing in my bed
Modern world don't ask why
Cause modern world build things high
Now they house canyons filled with life
Modern world i'm not pleased to meet you
You just bring me down
Modern world i'm not pleased to meet you
You just bring me down
Modern world i'm not pleased to meet you
You just bring me down
Modern world i'm not pleased to meet you
You just bring me down
23 giugno, 2006
E-mail di P. - Non voglio ...
No, non so perché. So solo che non ci tornerò più, non ci andrò più da quelli. Per poco sono ancora viva, … qui, … cazzo, mi sento male, … mi fa un male boia!
Basta buchi, basta ore passate a chiedere l’elemosina, basta giornate passate a non capire un cazzo, … a sperare di arrivare a domani.
Chicca ce la fatta! Ce la posso fare anch’io. Devo farcela, anch’io. Anche se odio tutti quei dottori che credono sempre di sapere tutto e, invece, non sanno proprio niente. Cazzo ne sanno loro di me?
Non voglio più svegliarmi nel cesso di una stazione con una spada conficcata nel collo o in un piede. Non voglio più svegliarmi nel mezzo di una cazzo di strada, con le mutandine strappate e con i vestiti strappati, e con l’aria di una strafatta, a prima mattina. Non voglio più vomitarmi addosso la vita. Non voglio più che la gente mi guardi e veda in me solo una puttana, una tossica. Fan culo tutti e … fan … culo quelli!
Aiuto! Voglio che qualcuno mi aiuti! Non voglio morire! Non voglio morire! Non voglio …"
P. ci è riuscita!
Grazie P., è bellissima.
Live with me
It don’t matter, when you turn
Gonna Survive, you live and learn
I’ve been thinking about you, baby
By the light of dawn,
A midnight blue … day and night … I’ve been missing you.
I’ve been thinking about you, baby.
Almost makes me crazy,
Come and live with me.
Either way, Win or Lose,
When you’re born into trouble,
You live the blues,
I’ve been thinking about you, baby.
See it almost makes me crazy
Times, Nothing’s right, if you ain’t here
I’ll give all that I have, just to keep you near
I wrote you a letter, I tried to, make it clear
You just don’t believe that i’m sincere
I’ve been thinking about you, baby.(woohoooo hoooo)
Plans and schemes, hopes and fears
Dreams that deny, for all these years
I, I’ve been thinking about you, baby
Living with me, wow
I’ve been thinking about you, baby
Makes me wanna [hoooo, hoooo]
Yeah, yeah, yeah
Times, Nothing’s right, if you ain’t here
I’ll give all that I have, just to keep you near
I wrote you a letter, darling, tried to make it clear,
But you just don’t believe that I’m sincere
I’ve been thinking about you, baby
I want you to live with me, wow
I’ve been thinking about you, baby
I want you to live with me
JOSEPH CAREY MERRICK
Chi è JOSEPH CAREY MERRICK?
E' il simbolo della superficialità umana e di quella sciocca visione del uomo, secondo cui la bruttezza esteriore sia emblema di ribrezzo e ilarità, e che la diversità, l'anormalità esista solo per essere oggetto di umorismo e vergogna, e di interesse scientifico, e di ruvido divertimento. La vera vergogna è il pensiero in se stesso. Il mostro, quello sì che è in noi, nessuno escluso! Ho detto nessuno!
Clopin ha conosciuto un "Joseph Merrick" a Parigi e ha conosciuto le sue paure, la sua angoscia, il suo sguardo basso, ... la sua infinita solitudine. Clopin ha abbracciato un amico che è un "Joseph Merrick". Clopin ha pianto per averlo offeso ingiustamente. Clopin ha visto la bellezza interiore del suo amico.
Clopin si è sentito (e si sente) un pò un "Joseph Merrick". Anche se certamente di gran lunga più fortunato di JOSEPH CAREY MERRICK.
Clopin si è sentito spesso un "Joseph Merrick" dentro di se più che fuori.
Clopin ha capito che ci sono molti "Joseph Merrick", nel mondo. Vicino a noi. Nascosti ai nostri occhi. O, magari, semplicemente confusi nelle nostre folle, al suono delle nostre trombe, nel nostro dimenare di bandiere, e di patetici e ipocriti inni pecorecci.
Non mi stancherò mai di ricordare ... la voce di un gigante, piccolo piccolo.
Paulo Choelo, scrisse: "Che cos'è un matto? Proprio così. Questa volta ti risponderò senza giri di parole: la follia è l'incapacità di comunicare le tue idee. E' come se tu fossi in un paese straniero: vedi tutto, comprendi tutto quello che succede intorno a te, ma sei incapace di spiegarti e di essere aiutata, perchè non capisci la lingua. Ma è un qualcosa che abbiamo provato tutti! Perchè tutti, in un modo o nell'altro, siamo folli"
20 giugno, 2006
Il progresso da lontano
Ho provato ad immaginare il progresso
Come una grande anima malata
Una enorme concatenazione di cause ed effetti
Grandi numeri e probabilità infinitesimali
Come certe albe di Roma
La cui luce elenca piano gli alberi
Così la linea del progresso si espande
Trasformando i colori delle cose in uno solo
Il bianco
Ho provato ad immaginare il progresso
Come masse di uomini che si spostano
Rincorrendo equilibri impossibili
Mescolando il colore di una bandiera
Con il rumore elettrico di un fast food
Io confondo il bene con i beni
E mi disperdo la coscienza in sensi unici
Guarderò il progresso da lontano
Per esserne affascinato e non coinvolto fino in fondo
Non vedo un altro modo per salvare l’entusiasmo
In questo mondo
Dove ognuno tende ad inseguire
Solo l’ideale di se stesso
Moltiplicando il senso del potere
Ricercando il compromesso
Eppure noi viviamo nel progresso
Lo utilizziamo per ascoltarci
Per accomodarci, per salvare l’entusiasmo
E lo fraintendiamo con la cultura dell’immagine
Del corpo, dell’apparenza
Ne occupiamo le frequenze,
e ci serviamo di certe sue estensioni
fino a rimanerne abbronzati
perchè può sostituire anche la luce del sole
e la ricerca di un Dio
Così, d’istinto, cerchiamo protezione
E poniamo distanze tra l’ieale di noi stessi
E tutto il diverso
Moltiplicando il senso del potere,
ricercando il compromesso.
Guarderò il progresso da lontano
Per esserne affascinato e non coinvolto fino in fondo
Non vedo un altro modo per salvare l’entusiasmo
In questo mondo
Dove ognuno tende ad inseguire
Solo l’ideale di se stesso
Moltiplicando il senso del potere
Ricercando il compromesso
Mi piace immaginare un altro punto dell’universo
Opposto al nostro
Dove un uomo divaga sul progresso del suo mondo
Da una finestra ricavata
In mezzo a una metropoli.
(Federico Zampaglione - Tiromancino)
Riflesso del giorno: Chi va d’accordo con la povertà è ricco. (Epicuro)
18 giugno, 2006
Confessioni di un tributante
14 giugno, 2006
Nu poco 'e bbene
comme ‘o mare dint’a rezza
trase jesce e se ne va
E vvote si comme o viento da tempesta
ce vulessero ‘e catene
pe’ fermà tutto ‘stu mmale
pe’ sentì nu poco ‘e bbene
e ‘a lava che dorme dint’a ‘sta montagna
e sta vicino a Napule e a Pumpei
so’ sule, so’ sule senza ‘sta Maronna
tutta ‘sta ggente de’ Campi Flegrei
E ‘o sole ca ce sceta tutt’e juorne
e ce coglie all’intrasatte
dint’o suonane dint’a ll’uocchie
trase jesce e se ne va
dimane po’ torna a venire
l’ammore nun a bisogno d’e parole
e ‘n’cielo ce stanno sempe troppi scale
e ‘a vita è comme ‘a sagliuta, nisciuno t’aiuta
si care nisciuno te sente o te da ‘na mano
E ‘a Luna ca torna sempe tutte ‘e notte
dincello ‘stu ffuoco si se po’ stutare
e a nuje ca simme carne e sentimento
‘stu core se ferma e nun vo’ (cchiù) camminare.
Tu sei più dolce della malinconia
come il mare dentro la rete
entra esce e se ne va
A volte sei come il vento della tempesta
ci vorrebbero le catene
per fermare tutto questo male
per sentire un poco di bene.
La lava che dorme in questa montagna
e sta vicino a Napoli e a Pompei
sono soli senza questa Madonna
tutta questa gente dei Campi Flegrei
E il sole che ci sveglia tutti i giorni
e ci coglie all’improvviso
nel sonno e dentro agli occhi
entra esce e se ne va
domani può ritornare
L’amore non ha bisogno di parole
e in cielo ci sono sempre troppe scale
e la vita è come una salita, nessuno t’aiuta
se cadi nessuno ti senti o ti dà la mano
E la Luna che torna sempre tutte le notti
diglielo questo fuoco se si può spegnere
a noi che siamo carne e sentimento
questo cuore si ferma e non vuole più camminare.
L.C.
13 giugno, 2006
Caro Lucilio ...
segui il mio consiglio, diventa padrone del tuo tempo e tienilo da conto: è la cosa più preziosa che hai. Convinciti che le cose stanno così come io te le racconto: alcune ore ci vengono sottratte da occupazioni necessarie, quali il lavarsi, il mangiare e il dormire; altre, invece, le spendiamo per fare del male (e sono quelle di cui più ci dovremmo vergognare); e altre ancora per non fare assolutamente niente (e che poi, a conti fatti, finiscono per essere la maggioranza). Nessuno che si accorga che si muore giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, e che la vita si consuma come la polvere della clessidra che scivola in silenzio verso il basso.
Il nostro errore maggiore sta nel credere che la morte sia una cosa che ancora deve venire, laddove essa, la maledetta, in gran parte è già avvenuta, e sta alle nostre spalle. Ogni ora che passa esce dalla tua cassaforte e va a far parte del dominio della morte. Fa’ tesoro allora, o mio Lucilio, del tempo che ti resta. Sarai meno schiavo del futuro e diventerai più padrone del presente. Tutto, in pratica, appartiene agli altri, a eccezione del tempo che è un bene soltanto tuo. Lo hai avuto in dono dalla natura e non lo puoi regalare al primo venuto. Quante volte invece, ammettilo, lo hai gettato via solo per procurarti il superfluo?
A questo punto ti chiederai come mi comporti io nella vita, io che sto qui a dare consigli anche a chi non me ne chiede. Ebbene, ti risponderò con la massima sincerità: il mio caso è quello di un uomo che cerca di spendere il proprio tempo in modo generoso, senza strafare. E’ stupido, infatti, accumulare ricchezze per un futuro che non esiste. D’altra parte come dicono i nostri vecchi, o almeno quelli di loro che si ritengono più saggi? «E’ inutile conservare il vino in fondo al vaso quando si è arrivati alla feccia.» Addio, tuo Lucio Anneo.
Come un graffio guarito, sei nel mio cuore di grande orso, amica mia.
12 giugno, 2006
Rose di carta
Mentre, seduto al mio tavolino, attendevo la mia piadina, bresaola, rucola e scaglie di parmigiano, poco più in là, scorgo un tavolo con quattro belle ragazze sedute. Erano belle, ma veramente belle (poi mi sono ricordato che vicino l'ufficio, c'è una boutique che, qualche volta, organizza dei defilé; da qui ho collegato la cosa). Ad un tratto entra un ragazzo sulla trentina, visibilmente portatore di menomazione mentale. Ma non è questo il punto: si siede ad un tavolino, vicino le ragazze e, lo vedo armeggiare con dei fogli di giornale (tipo City o Leggo, non saprei). Certo è che dopo un pò, lo vedo appoggiare ai lati di ogni singola ragazza, un fiore di carta, fatto con quei giornali. "Ma che bello!..." ho pensato tra me e me. Forse preso, da cotanta bellezza, quel ragazzo, che normalmente, definiremo minorato, ha creato con le sue sole mani, dal nulla, una cosa così bella e così dolce...Quelle non lo hanno degnato di uno sguardo, QUELLE STRONZE NON LO HANNO NEANCHE RINGRAZIATO! Non voleva soldi, ma si è seduto lì, così soltanto per piacere e per regalare qualke minuto di dolcezza. Poi, si è alzato e se ne è andato, lanciando un ultimo tenero sguardo verso "quelle". Risultato, dopo un pò, quelle stronze si sono alzate e se ne sono andate, lasciando il loro gentile omaggio sul tavolo. MA KI KA...O SI CREDONO DI ESSERE? LE SORELLE DEL KA...O? MA COME SE LA TIRANO, CHE CREDONO DI ESSERE ETEREE? DEE? ESSERI SUPERIORI? Sono solo persone a cui la natura ha voluto regalare un aspetto piacevole, e basta!
Quest'atteggiamento mi ha fatto ink...re come una bestia! E' questo il genere di persone ke non sopporto. Persone ke si credono superiori, ma che nel cuore, e di questo ne sono sicuro, sono "POVERE", "VUOTE", "SCIALBE"! Persone che non meritano di ricevere queste dimostrazioni di affetto semplici e spontanee, di essere al centro di queste tenere e dolcissime attenzioni!
Per fortuna che il 90% dell'umanità non è così! Per il restante 10%, ke inkazzatura, però...
06 giugno, 2006
Ricordo di Lucera ...
... porca miseria, come piove! Viene giù che è una bellezza ... la pioggia mi affascina, e soprattutto in estate (beh, lo so che non ci siamo ancora del tutto, ma mi piace pensarlo).
Tempo fa, mentre mi trovavo a Lucera (FG), durante una giornata torrida, assolata e secca, ... all'improvviso, cielo oscuro, lampi come flash di macchina fotografica, una leggera ma insistente brezza piovana mista a odore di terra appena bagnata, caos in strada (è incredibile il panico che si scatena in prossimità di un temporale), e ... giù come Dio comanda. Ma la cosa era stranamente emozionante. Io, verso Porta Troia, sotto la pioggia, come un deficiente (e mi sono sentito tale per buoni 30 secondi e più) e poi scopro che non sono l'unico. Qualcuno, più in là, che decide di godersi lo scorrere dell'acqua sulla pelle e sui vestiti bagnati (meno male che, comunque, faceva un caldo boia). Fu quasi poesia, fu matrimonio con la natura, fu l'incoscienza di essere solo un piccolo uomo di fronte a cotanta bellezza ... e si, mi affascinano i temporali perchè dimostrano la forza e la "giustizia" della vecchia madre natura [a proposito, io me la immagino come una vecchietta, con capelli bianchi, un vestito di tulle bianco con ricamato sopra tante rose, margheritine, foglie di edera e con un ramo di salice in mano, ... insomma quel che si dice una vecchietta in gamba (mamma mia, sembra un tipico ritratto disneyano)]. Di fronte a Lei, non possiamo che essere piccoli, minuti, semplici, rispettosi, e invece ..., non è sempre così! Facciamo sempre molto, molto male alla povera vecchina ... però c'è sempre quel boato che ci ricorda quel che siamo, "...don't forget it!"
Film del giorno: Le fate ignoranti: "... quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati ... la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo neppure!"